Radici di mangrovie, chiglie di barche, stelle marine.

Flora, fauna e visi sorridenti appaiono dal nulla, come un miraggio che osservo incantata.

Una piccola Atlantide, l’isola di Chale che prende vita con il calare della marea.

Rocce nere si scoprono lentamente; atolli rocciosi simili a enormi funghi emergono dal nulla e occupano lo spazio rendendolo lunare.

Pescatori con le loro semplici fiocine catturano piccoli squali e polipi; “beach boys”, come cicisbei si offrono di accompagnarmi in passeggiate oniriche nei meandri più segreti dell’isola; statuine di Masai di ragazzi ben vestiti circondano il bagnasciuga.

Aggrappata a manciate di sabbia osservo un trattore dissolversi all’orizzonte.

Il ritmo lento mi accompagna fino a quando la marea inizia a salire.

Pochi istanti dopo non esistono più souvenirs da acquistare, ragazzi da veder pescare, beach boys dai quali prenotare safari .

Li vedo allontanarsi POLE POLE e sparire nel nulla mentre echi canori invadono l’aria: “Jambo, Jambo Bwana, Habari gani, Mzuri sana. Wageni, mwakaribishwa, Kenya yetu Hakuna Matata”

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