Se è vero che esiste l’amore a prima vista, ebbene è ciò che è successo con la Polonia ed, in particolare, con Cracovia.

Circa 2 anni fa, esattamente il 28 dicembre 2015, mi imbarcavo dal porto di Bari per il Montenegro, con destinazione finale Auschwitz-Birkenau. Con me, la mia bicicletta, mezzo col quale raggiunsi, il 25 gennaio 2016, la città di Cracovia, attraversando mezza Europa con freddo, neve e gelo. Obiettivo: portare con me un piccolo alberello di ulivo pugliese, simbolo della mia terra e – universalmente – di pace, da consegnare al Museo dell’Olocausto di Auschwitz-Birkenau il giorno della Memoria, 27 gennaio. E così fu, fortunatamente, senza intoppi.

Arrivai a Cracovia con la neve e me ne innamorai immediatamente: la sua atmosfera natalizia, il centro storico, le piazze, le piccole vie, il quartiere ebraico di Kazimierz, il Ghetto, tutto mi sembrava perfetto per la conclusione di quel viaggio. Ma la destinazione reale era altrove, un luogo che incute terrore al solo pronunciarlo: Auschwitz-Birkenau, il lager più grande dell’Orrore nazista, testimonianza di quanto in basso possa arrivare l’Umanità. Tuttavia, un’esperienza profonda, intensa e – ne sono convinto – altamente formativa.

Fortunatamente, nei dintorni di Cracovia c’è molto altro da visitare, come le famose Miniere di sale di Wieliczka, per un impressionante viaggio nelle viscere della terra. Vi hanno costruito addirittura una chiesa, all’interno, con statue e sculture di sale. Visitate, finora, da milioni di persone. Imperdibile.

IL prossimo gennaio, così, vorrei accompagnarvi in quei luoghi, raccontandovi – se lo vorrete – anche la mia esperienza vissuta in quel fantastico viaggio in bicicletta; magari, mi aiuterete a cercare e -mi auguro – trovare in vita quel piccolo alberello di ulivo pugliese che lasciai in dono ad Oswiecim, il nome reale della città dove si trova Auschwitz-Birkenau.

Allora, venite con me? Vi aspetto. Tranquilli…si va in aereo…per questa volta 😉

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